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Risparmiare il 50% sulla luce? Ci pensa una startup

“Un soldo risparmiato è un soldo guadagnato”. Eppure, nell’Italia degli sprechi, sembra che in pochi abbiano imparato la lezione. Esistono i mezzi per tagliare i costi, ma per lassismo o convenienza si rinuncia ad analizzare l’evidenza e intervenire in modo deciso.
Il futuro sembra riservare interessanti applicazioni pratiche di quelle che, per il momento, sono più che altro teorie come quella della Smart City. La città intelligente intesa come insieme di strategie tese all’ottimizzazione dei servizi pubblici, in modo da ottenere un’interazione più efficace con chi le abita. L’uomo torna ad essere il centro del mondo, la tecnologia, le infrastrutture, la comunicazione e la mobilità sono al suo servizio, ideate e pensate per migliorarne l’esperienza di vita.
Nella Smart City il perfezionamento dell’efficienza energetica sembrerebbe un argomento spinoso esclusivo appannaggio degli addetti ai lavori, persone che comprendono a fondo i meccanismi d’impiego dell’energia, ma in realtà è molto più semplice di così.

L’illuminazione stradale, ad esempio, è una delle principali fonti di consumo. La spesa annuale dei comuni italiani per l’illuminazione pubblica, infatti, supera il miliardo di euro, senza tener conto della manutenzione. Impianti obsoleti ed eccessiva potenza installata sono solo due delle problematiche da affrontare. Attualmente, pochi lo sanno, in molti comuni sono state sostituite le vecchie lampade con nuovi modelli più efficienti, tuttavia questo che sembrerebbe un intervento “smart”, non consente risparmi poiché la maggiore efficienza è stata usata per illuminare di più con la stessa potenza.
In Germania, ad esempio, le spese sono più contenute, il consumo pro capite in kw/ora, in questo settore, è di 42 contro i 107 italiani, mentre la media europea si attesta a circa 51. Un fiume di denaro che potrebbe essere convogliato in attività ben più importanti, basterebbe maggior controllo sulle imprese che agiscono capillarmente sul territorio e un intervento sull’efficenza energetica degli impianti.

Esistono soluzioni di varia natura. C’è chi, come Carlo Cottarelli, Commissario alla Spending Review, sottolineando che il nord Italia è visibile dallo spazio come tra le zone più luminose d’Europa, già nel 2014 proponeva lo “spegnimento delle luci non necessarie”. Mentre c’è anche chi, nell’approccio al problema, crea sistemi innovativi e intelligenti, gestibili anche da uno smartphone o un tablet. Questa è la proposta di Si Innova un’impresa calabrese con sede a Talent Garden Cosenza che lancia l’idea dello Smart Light Auditor. Un software che effettua un’analisi dell’impianto a 360° compreso anche il controllo dei parametri di rete, e che fornisce soluzioni che ottimizzano il rapporto illuminazione/consumi.

“Si tratta – sostiene Davide Santagada, amministratore di Si Innova – di una soluzione semplice, versatile ed efficace, finalizzata al risparmio energetico dei sistemi di illuminazione stradale”.
“L’algoritmo implementato – spiega Santagada – effettua un’analisi dei parametri di rete reali dell’impianto in test e, in base alle caratteristiche dell’impianto stesso e delle aree da esso illuminate, offre una strategia di ottimizzazione illuminotecnica e dei consumi”.
Dunque, lo Smart Light Auditor permette di conoscere e utilizzare la migliore soluzione. Il sistema è in grado di determinare anche la sostenibilità dell’opera, valutando il ritorno economico dell’investimento iniziale e le relative tempistiche.

“Al momento – commenta Gregorio Iessi, chief technical officer di Si Innova – da un’indagine di mercato condotta, non esiste un prodotto che consenta di effettuare un’analisi degli impianti e ne proponga una riqualificazione energetica con relativo ritorno dell‘investimento”.
“Lo Smart Light Auditor – prosegue Iessi insieme a Pasquale Signoretta software developer – propone di automatizzare un’attività che oggi richiede l’intervento di tecnici e personale altamente qualificato con costi elevati. Inoltre – conlude il CTO di Si Innova – il sistema è in grado di rilevare e correggere automaticamente errori che potrebbero essere causati ad esempio dall’usura, come l’accensione prolungata causata dalla sporcizia dei sensori crepuscolari, fornendo informazioni circa lo spreco economico ed energetico ad essi dovuto”.

Da una stima approssimativa per difetto, qualora venisse adottato in tutta Italia, si potrebbe ridurre la spesa energetica fino al 50%. I primi tempi il risparmio servirebbe, in parte, ad ammortizzare i costi iniziali, ma in seguito si arriverebbe a più di mezzo miliardo di euro di guadagni. Un bel tesoretto da poter investire in una delle tante emergenze del nostro Bel Paese.

Roberto Salvidio